domenica 23 gennaio 2022

Nota su Luigi Ghirri

Rileggendo per l'ennesima volta "NIENTE DI ANTICO SOTTO IL SOLE" (scritti di Luigi Ghirri a cura di Paolo Costantini e Giovanni Chiaramonte 1997 SEI)  prima edizione, aprendo a caso, mi imbatto in un pensiero che mi lascia a dir poco sbigottito. Vi spiego il perché: il fatto che sia stato scritto 35 anni fa, nel 1987, e che (presto vi svelerò il pensiero) anticipa quello che viviamo ed è successo oggi nella fotografia con i social, mi sembra fantastico e lungimirante.
1987 "l'epoca della quantità, la fine del mondo, la scomparsa dei un punto di vista, la moltiplicazione degli stessi, l'apparire dell'indistinto, e l'elenco potrebbe essere molto più lungo. In questo intasamento ed accavallarsi di immagini mi sembra di essere in un autostrada intasata. Credo sia questo il problema di oggi. In questo nostro mondo dell'occidente, dove non si può parlare di quantità perché siamo oltre la soglia del misurabile, e il problema è quello di essere travolti e storditi dall'abbondanza." (Pensando ad un immagine necessaria 1987 Luigi Ghirri) Con questi pensieri di 35 anni fa mi sono trovato catapultato in quello che viviamo oggi proprio per l'abbondanza e lo stordimento di immagini con i social. E' vero che si sono creati nuovi linguaggi specialmente con Instagram, e ben venga che tutti fotografano o si sentono tali. Però la fotografia intesa con la F maiuscola  è un'altra cosa ed anche qui il foto pensatore ci da un pensiero sempre al passo con i tempi: "Allora per  tutti noi  dal consumatore, osservatore, esecutore, produttore, cosa resta per trovare una riattivazione dello sensoriale dello sguardo? Con questo voglio dire, per far in modo che il nostro guardare il mondo non sia una forma di cecità di ritorno, una cecità programmata, di percezioni e sensazioni. Questo è il problema che mi pongo costantemente con il mio lavoro." (Pensando ad un immagine necessaria 1987 Luigi Ghirri). 
Naturalmente continua a dare sempre consigli con un guardare avanti pur non vivendo effettivamente quello che sarebbe successo, ma prevedendolo. Questa capacità rafforza in me la stima verso questo foto pensatore  che tanto ha fatto per la fotografia sia in Italia, ma con il passare del tempo, anche nel resto del mondo.
La risposta a tutto ciò che da è "Mi sembra giusto continuare a lavorare , senza essere inglobati da tutto un mondo e un modo di produrre immagini che si potrebbero definire di MODA." (Pensando ad un immagine necessaria 1987 Luigi Ghirri). 
Che dire l'articolo naturalmente continua e per chi volesse può approfondire, il titolo è "Pensando a una immagine necessaria" (scritti di Luigi Ghirri a cura di Paolo Costantini e Giovanni Chiaramonte 1997 SEI)  A me ha dato delle risposte che fino ad oggi, in questo moltiplicarsi di immagini, non avevo ancora capito. Il fatto di continuare nonostante tutto, mi dà la possibilità di pensare a nuove idee e nuovi progetti nell'ambito fotografico. E comunque, il guardare avanti con la lucidità di questi pensieri di Ghirri diventa uno stimolo ad approfondire sempre di più, lo studio della lettura dell immagini.





Foto Torino 2021  Alessandro Caporale @


domenica 22 novembre 2020

 "IN MUSICA MENO SCATTI PIU' OTTIENI"  (Silvia Lelli)


Ho iniziato il mio percorso fotografico nell'ambito musicale da diversi anni sin dall'analogico anni 92/93  ma in maniera saltuaria e solo per il gusto di fotografare,  forse se devo indicare una data vera e propria devo risalire a agli anni 2012/2013  da come indicato nei miei archivi e, forse l'ufficialità la trovo nel 2015 da quando ho iniziato la collaborazione fissa e continuativa con il Festival Rocca San Giovanni Jazz grazie alla fiducia accordatami dal direttore artistico Walter Gaeta.

Nei primi anni forse la regola indicata nel titolo l'ho rispettato poco, essendo un neofita pensavo che  tra tanti scatti alla fine si riesce a tirar fuori  un discreto racconto, ma con il passare del tempo rivedendo nei miei archivi ho constatato  che ad ogni concerto con il passare degli anni scattavo sempre meno però riuscivo lo stesso a tirar fuori un discreto racconto dell'evento. Fino a che a luglio 2020 quando nell'ambito di Pescara Jazz al concerto di  "Paolo Fresu Devil 4et" ci è stato imposto di scattare i primi 3 brani,  i saluti e il bis finale, come sempre succede con artisti di un certo calibro. Devo dire che all'inizio quando ho ricevuto la notizia, un pò mi sono preoccupato , adesso che faccio? ma dopo mi son detto ci sarò, ho l'accredito perché non mettersi in gioco e impegnarmi  nel poco tempo a disposizione a tirar fuori un racconto dell'evento.

Adesso facendo tesoro della frase "in musica meno scatti più ottieni" devo dire che cela una verità indissolubile,  perché ciò ti porta di più all'ascolto e alla concentrazione e a prevenire ciò che l'artista può fare un secondo dopo ed avere così lo scatto, il gesto che più senti di dover fotografare.

Di seguito alcune foto della serata, gradirei  dei  commenti anche  negativi da chi legge, se sono riuscito a trasmettere qualcos'altro oltre la singola foto.















Stampe analogiche 30x40 da pellicola bianco e nero, anni 92/93 stampate da me.








lunedì 22 giugno 2020

CHIUSI IN CASA

CHIUSI IN CASA

8 MARZO 2020
17 MAGGIO 2020



Dal primo comunicato che annunciava la chiusura in casa per i cittadini, ha portato da parte di tutti noi un utilizzo indiscriminato di tutti i possibili apparecchi registratori di immagini in nostro possesso e, in contemporanea abbiamo avuto un flusso di, città deserte, vicini sui balconi, caffettiere in ebollizione a tutte le ore, farina e lievito maneggiati da piccoli e grandi chef, reportage di angoli delle proprie abitazioni, con l'inserimento di mascherine, e contenitori di alcool e detergenti. Credetemi, inutile dire che non ci abbia provato anch'io, sarei un ipocrita in quanto possessore  di apparecchi di registrazione di immagini, ma sicuramente per mia incapacità non ci sono riuscito, non mi sentivo coinvolto e quelle poche immagini registrate sono senza senso e non raccontano nulla.
Allora riflettendo che con il tempo a disposizione in casa causa blocco, dopo aver seguito dirette sull'argomento fotografico sui social, pur dovevo scattare avendo mai avuto tanto tempo per fare foto come in questo periodo.  Allora la cosa che mi ha provocato coinvolgimento ed interesse è stato ricreare un piccolo studio casalingo molto arrangiato dove realizzare dell foto di Still Life, naturalmente senza nessuna pretesa. Ho potuto approfondire varie funzioni della macchina fotografica fino ad allora a me sconosciute per mancanza di tempo e poco propenso ad avvicinarmi alla tecnica pura, e mi ha permesso di giocare con la luce a volte naturale dalla finestra e a volte artificiale con lampade  e tanti altri espedienti.
Nei giorni a seguire vedevo che ero sempre più coinvolto e, quelle due ore che gli dedicavo mi liberavano la mente da preoccupazioni e pensieri sicuramente non belli dovuto al periodo che vivevamo.
Mentre editavo le foto giorno per giorno riflettevo a come potevo contestualizzarle, visto  che le foto non contenevano mascherine alcool e quant'altro, e potevano essere scatti fatti in qualsiasi periodo dell'anno, allora decisi di scegliere una foto al giorno con un titolo , ma cosa più importante indicare la data  così da indicare il periodo a  chiunque visionasse il progetto. Tra le varie dirette che ho seguito proprio nei primi giorni di questo progetto, mi ha aiutato una affermazione di una fotografa chiusa in casa, che affermava" SCATTARE E PENSARE POCO, MA SEGUIRE L'ISTINTO". Infatti le varie foto non seguivano un percorso lineare, ma nei vari momenti della giornata pensavo a cosa potevo realizzare, non sempre c'era uno schema ben preciso, il più delle volte girovagando per casa racimolavo oggetti vari che in quel momento attiravano la mia attenzione e poi cercavo una correlazione tra di loro e devo dire che per me senza esperienza in questo campo era la cosa più difficile ma anche la più divertente.
 Alla fine posso dire che non tutti i mali vengono per nuocere. 

































Foto di Alessandro Caporale @